Rinoplastica primaria: l’importanza dell’approccio conservativo

Che cos’è la rinoplastica primaria? L’espressione indica il primo intervento su un naso che non è mai stato operato. Se il paziente non è completamente soddisfatto del risultato del precedente intervento di rinoplastica/settorinoplastica, può decidere di sottoporsi a una rinoplastica secondaria o di revisione per “rifarsi il naso rifatto”. Il secondo intervento (così come un eventuale terzo e successivi) è quasi sempre più complesso rispetto al primo. Il chirurgo incaricato della rinoplastica di revisione si trova infatti a dover lavorare su strutture già alterate rispetto all’anatomia originale.

Ecco perché in chirurgia è fondamentale adottare un atteggiamento conservativo e lungimirante, privilegiando tecniche minimamente invasive sin dalla rinoplastica primaria. Come sa bene lo specialista in revisioni chirurgiche, rinoplastica primaria e secondaria sono intimamente connesse: i risultati della seconda possono essere nettamente favoriti dalle manovre adottate nel primo intervento di plastica nasale, con particolare riferimento al prelievo di cartilagine anche extranasale (orecchio e costole).

Nella maggior parte delle rinoplastiche primarie, infatti, gli innesti sono superflui e potrebbero persino rivelarsi controproducenti in caso di rinoplastica secondaria perché la cartilagine settale è stata quasi interamente utilizzata nel corso dell’intervento di rinoplastica primaria. Il chirurgo esperto e prudente deve sempre prendere in considerazione la possibilità, per quanto remota in mani esperte, che possa rendersi necessario un intervento secondario, ed è quindi fondamentale risparmiare la maggior quantità possibile di cartilagine settale perché essa rappresenta la cartilagine ideale nella maggior parte delle procedure di innesto. Privilegiare tecniche minimamente invasive e conservative nel primo intervento al naso non solo favorisce un processo di guarigione ottimale, ma riduce anche le probabilità di dover reintervenire con ricostruzioni più o meno estese per correggere il risultato della prima rinoplastica.

Rinoplastica primaria prima e dopo

In viaggio con i miei pazienti

Rinoplastica primaria e secondaria: definizioni e differenze

L’universo della chirurgia nasale è estremamente ampio e articolato. Al suo interno possiamo imbatterci in una serie di definizioni e tecnicismi spesso fraintesi nel discorso generalista. Ovviamente, in questa sede è necessario fare delle semplificazioni per trattare un argomento tanto complesso. Possiamo però comprendere meglio che cos’è la rinoplastica attraverso una serie di distinzioni e definizioni. Innanzitutto, distinguiamo il primo intervento al naso dal secondo ed eventuali altri successivi.

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Rinoplastica primaria: che cos’è

La rinosettoplastica primaria è il primo intervento di correzione chirurgica, in ordine cronologico, delle strutture del naso. I problemi da correggere possono essere molteplici, possono essere di ordine estetico e/o funzionale (ostruzione nasale, disturbi respiratori nel sonno, problemi auricolari quali senso di ovattamento, modifica del timbro della voce, per citare i più frequenti), di natura congenita o traumatica. Lo standard chirurgico odierno tende a intervenire su entrambi i fronti, migliorando sia l’aspetto sia la funzionalità del naso. E’ evidente che si tratta di una chirurgia che richiede competenze specifiche e sofisticate nel trattamento chirurgico sia del naso interno che del naso esterno. Per restituire armonia a dimensione e lineamenti del naso, il chirurgo ha a disposizione diversi approcci e diverse tecniche di rimodellamento dei differenti tessuti del naso (approccio aperto, chiuso, ibrido; tecniche di modellamento di: a) naso osseo, b) dorso cartilagineo, c) cartilagini, legamenti e muscoli della punta nasale).

Rinoplastica secondaria: a cosa serve

La rinosettoplastica secondaria mira invece a correggere l’aspetto e la funzione del naso dopo la chirurgia.

Le ragioni che possono spingere il paziente che ha deciso di rifarsi il naso a tornare dal chirurgo sono riconducibili a tre cause fondamentali:

  • la prima operazione ha prodotto un risultato non del tutto soddisfacente o addirittura ha provocato difetti estetici o respiratori;
  • Il primo intervento non ha risolto completamente i problemi individuati;
  • Il paziente ha subito un trauma dopo la chirurgia primaria.

Rifarsi il naso con tecnica aperta, chiusa o ibrida?

Semplificando, possiamo suddividere le tecniche chirurgiche che interessano le strutture nasali in due approcci principali: la tecnica esterna o aperta (open rhinoplasty) e la tecnica chiusa o endonasale (closed rhinoplasty).

In tempi recenti, si è aggiunta la rinoplastica ibrida, che sintetizza i vantaggi delle altre due. Ideata dal Prof. Pietro Palma e pubblicata nel 2010, la rinosettoplastica ibrida massimizza la precisione tipica della tecnica aperta minimizzando al contempo l’invasività delle manovre chirurgiche tipica della rinoplastica chiusa (o endonasale).

1. Rinoplastica primaria aperta: pro e contro

Nella rinoplastica open, il chirurgo accede alle strutture nasali tramite un’incisione d’ingresso sulla cute della columella. Sollevando un lembo di cute e tessuti molli, potrà usufruire di una ampia visione a cielo aperto dello scheletro osteocartilagineo del naso. I chirurghi meno esperti e meno specializzati tendono a preferire l’approccio aperto che rende più visibili e accessibili le strutture da modificare.

Ricapitolando, i vantaggi della rinoplastica primaria aperta sono:

  • maggior efficacia nei rimodellamenti complessi e nella sutura delle cartilagini;
  • maggiore precisione soprattutto nelle rinoplastiche della punta (asimmetrie importanti, punta bulbosa, naso pinzato, punta bifida, deviata, poco proiettata, ecc.).

Gli svantaggi della tecnica open sono invece:

  • tempi operatori e di guarigione tendenzialmente più lunghi;
  • il chirurgo non ha percezione immediata del risultato della manovra chirurgica sulla zona anatomica trattata;
  • la maggiore destabilizzazione delle strutture portanti del naso implica il frequente ricorso a innesti cartilaginei anche prelevati da altre sedi (orecchio, costole) con rischio di complicazioni anche nelle sedi extranasali del prelievo;
  • maggior rigidità del naso esterno e gonfiore dei tessuti molli di rivestimento del naso esterno persistente per mesi;
  • formazione di eccesso di tessuto fibro-cicatriziale soprattutto della punta che rende il risultato finale meno definito, e a volte francamente tozzo;
  • minor naturalezza del risultato e possibile permanenza di cicatrice columellare (ma il rischio è minimo se la tecnica viene eseguita correttamente);
  • maggiore complessità tecnica in caso di eventuale revisione.

2. Rinoplastica primaria chiusa: pro e contro

Parliamo di rinoplastica chiusa o tecnica endonasale, quando il chirurgo effettua le incisioni di ingresso all’interno del naso e quindi espone le aree anatomiche da correggere senza “aprire” il naso. Particolarmente indicata per la correzione di difetti minori, soprattutto a carico della punta, questa tecnica si rileva non ideale in presenza di alterazioni importanti dello scheletro osteocartilagineo del naso, soprattutto della punta.

Tuttavia, in mani esperte, permette di ottenere risultati pari se non superiori rispetto alla tecnica aperta anche per deformità complesse della punta.

Vantaggi della rinoplastica primaria chiusa:

  • carattere tendenzialmente più conservativo, con minor destabilizzazione delle strutture nasali e un conseguente risultato più naturale e meno “chirurgico”;
  • tempi operatori e di guarigione mediamente più brevi;
  • nessun rischio di cicatrice esterne visibili poiché le incisioni sono tutte interne.

Gli svantaggi della tecnica chiusa sono invece:

  • minor visibilità sull’anatomia dello scheletro con potenziale minor precisione delle manovre correttive (soprattutto se operano chirurghi meno esperti);
  • potenziale inadeguatezza nei casi di complessi e nelle revisioni estreme che richiedano procedure ricostruttive avanzate.

3. Rinoplastica primaria con tecnica ibrida

Alle due tecniche tradizionali, se ne aggiunge una terza, in uso da ormai oltre una decina d’anni. L’approccio ibrido sintetizza i benefici delle tecniche aperta e chiusa, offrendo diverse possibilità di accesso alle strutture nasali senza incisione columellare. Numero e sede delle microincisioni variano in funzione dell’area da correggere e dell’obiettivo concordato con il/la paziente. Quindi un approccio altamente versatile che permette di personalizzare approcci e tecniche sulla specifica anatomia del paziente.

Vantaggi della rinoplastica ibrida:

  • visibilità anatomica e precisione operatoria sostanzialmente paragonabili alla tecnica open (a cielo aperto);
  • minore invasività e maggior rapidità di guarigione grazie a: 1) assenza di cicatrici esterne; 2) minore impatto sul drenaggio linfatico soprattutto della punta nasale, 3) ridotta area di dissezione del naso esterno che viene limitata alle sole aree da correggere lasciando “indisturbate” le aree che non necessitano di alcuna correzione;
  • esattezza e precisione nell’esecuzione delle manovre operatorie grazie ai tagli modulati che consentono di intervenire esattamente dove occorre;
  • minore incidenza di eventi sfavorevoli o complicazioni, quindi meno rischi di insoddisfazione e dunque minore incidenza di revisione post-chirurgica.

Il Tuo chirurgo per la rinoplastica primaria a Milano

I pazienti che desiderano rifarsi il naso sono sempre più curiosulle tecniche utilizzate dagli specialisti in rinoplastica. Vi è persino chi sceglie il chirurgo a cui rivolgersi in base alla tecnica maggiormente sponsorizzata sul web. Certamente non è la migliore decisione! Ci preme tuttavia specificare che non è possibile indicare un approccio o una tecnica di intervento che siano in assoluto superiore alle altre o che dia garanzia di riuscita al 100%.

La bravura del chirurgo specializzato nella chirurgia correttiva nasale consiste sia nella capacità di selezionare la giusta tecnica nella miriade di tecniche esistenti di rinoplastica sia nella abilità manuale di esecuzione, modulando il piano operatorio in base al difetto da correggere, all’anatomia e ai desideri del paziente. Solo dopo un’accurata visita pre-operatoria, il chirurgo esperto in rinoplastica può stabilire quale modalità di intervento sia più indicata per quello specifico paziente per raggiungere specifici obiettivi.

La chirurgia plastica nasale deve infatti avere caratteristiche “sartoriali”: il quadro anatomico del paziente con le infinite variabili individuali, sommati alle insidie e difficoltà insite in ogni intervento impongono una rigorosa personalizzazione dell’intervento e una notevole versatilità nell’esecuzione chirurgica. Ricorda che la decisione di “rifarsi il naso” deve sempre essere ponderata con attenzione. Sia la rinoplastica primaria che la secondaria richiedono competenze vaste ed estese, lunga e approfondita esperienza, estrema specializzazione e continuo aggiornamento professionale.

Se desideri cambiare l’aspetto del tuo naso o correggere dei difetti di respirazione, rivolgiti al miglior chirurgo per rinoplastica primaria a Milano. In quasi 30 anni di pratica chirurgica specialistica, il Prof. Pietro Palma e la sua équipe hanno affrontato una vasta casistica di rinoplastiche maschili e femminili, rinoplastiche adolescenti e innumerevoli revisioni di varia complessità (inclusi casi di rinoplastica estrema).

Per maggiori informazioni sulle rinoplastiche primarie e secondarie/terziarie, prendi appuntamento per una valutazione senza impegno con il Prof. Palma, chirurgo specialista solo in rinoplastica a Milano.

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Pietro PALMA Chirurgo Rinoplastica


FAQ

IN CHE COSA CONSISTE LA CONSULTAZIONE?

La consultazione è finalizzata a porre una corretta diagnosi morfo-funzionale del naso e a inquadrare lo stato generale di salute mediante valutazione dei sintomi, esame rinoendoscopico del naso interno, analisi morfologica del naso esterno ed eventualmente fotografie standard con attrezzature professionali.

LA CONSULTAZIONE È GRATUITA?

La consultazione non è finalizzata a “vendere” un prodotto. Non può essere gratuita perché si tratta di consulenza qualificata, della durata di 30’-45’, effettuata da un esperto di elevata specializzazione in un moderno studio medico specialistico dotato di attrezzature di alta tecnologia.

QUANTO COSTA L’INTERVENTO?

Non esiste un costo standard perché ogni caso è diverso, e i costi sono in relazione all’estensione dell’intervento, e ai conseguenti tempi di utilizzo della sala operatoria.

I pazienti che ne fanno richiesta ricevono quotazione entro 48-72 ore dopo la consultazione. La quotazione – inviata via email – è estremamente dettagliata nelle voci di spesa (onorari medici, costi della clinica inclusa una notte di degenza, programmazione pre-operatoria – foto professionali, fotoanalisi digitale e simulazioni -, medicazioni post-operatorie e controlli fino a 12 mesi) in modo da azzerare il rischio di sorprese di costi “nascosti”.

CHE TECNICA CHIRURGICA USA?

La mia regola è che debba essere il chirurgo ad adattarsi all’anatomia del paziente, e non viceversa. Il chirurgo deve possedere un bagaglio di tecniche molto ampio, tale da permettere di selezionare la tecnica in grado di raggiungere il massimo dell’obiettivo con il minimo dei rischi. Preferisco operare dall’interno (chiuso o endonasale) senza lasciare cicatrici esterne e senza eccessi di chirurgia. Nei casi complessi, adotto un approccio “ibrido” che mi permette di utilizzare le tecniche tipicamente usate nella rinoplastica open (innesti, suture) ma senza “aprire” il naso. In casi di revisione o di malformazioni che necessitano di ricostruzioni estese, utilizzo la tecnica aperta.

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